PARIGI - Con la camicia all'antica, la
giacca lunga e, sul bavero, una spilla a forma di ragno, Cédric
Villani, sembra più un dandy che non un insigne matematico. Appare
in tutta la sua eccentrica eleganza sulle copertine di molte riviste,
ospite di programmi televisivi per presentare il suo “Théorème
vivant”, diario semiserio ai vertici della comunità scientifica
internazionale. “La matematica? Come un piacere sessuale” scherza
Villani, 39 anni, diventato famoso dopo aver vinto nel 2010 la
medaglia Fields, l'equivalente del Nobel, per i suoi lunghi studi
sulla formula dell'entropia Boltzmann. Nella storia di questo premio
inventato nel 1936, gli studiosi francesi hanno conquistato il venti
per cento delle medaglie, al secondo posto dopo gli americani.
Qualche giorno fa, un altro importante riconoscimento internazionale,
il Prix Henri Poincaré, è stato assegnato per la prima volta a due
donne, Sylvia Serfaty e Nalini Anantharaman, entrambi ricercatrici al
Cnrs, il centro nazionale di ricerca. Negli ultimi mesi, ha calcolato
con orgoglio sciovinista Le Monde, i francesi si sono accaparrati
cinque dei dodici premi della società europea di matematica per i
ricercatori di meno di 35 anni.
La Francia è il paese dei numeri
primi. I libri ludici intorno ai misteri dell'algebra o alla
geometria diventano bestseller. Nelle edicole si vendono diverse
riviste di esercizi per tenersi in allenamento. E' il paese che ha
inventato il campionato mondiale di logica e matematica che si è
disputato qualche giorno fa nel palazzo parigino dell'Unesco. La
matematica piace tanto che Fondazione Cartier ha persino allestito
una mostra dedicata all'estetica che si cela dietro a formule,
teoremi, equazioni. Lo scienziato pazzo e scorbutico? E' un cliché
superato. Personaggi come Cédric Villani o Stella Baruk, autrice di
manuali alternativi per insegnare ai bambini, sono delle “mathstar”,
un po' come nell'architettura esistono le “archistar”.
Nonostante
la concorrenza dei paesi emergenti e il saldo primato statunitense, a
Parigi lavorano in pianta stabile oltre mille ricercatori di questa
disciplina. “E' la più alta concentrazione in una sola città,
neanche gli americani ci battono” racconta soddisfatto Jean-Yves
Chemin, direttore della fondazione di scienze matematiche di Parigi
che riunisce i migliori centri di ricerca e
università della capitale. Il segreto di questo record è presto
svelato. Per scoprirlo basta andare nel quinto arrondissement, in rue
d'Ulm, sede dell'Ecole Normale Supérieure, fondata nel 1794 da
Napoleone, affiliata all'epoca con la Normale di Pisa. L'istituto,
che tutti chiamano semplicemente "Normale Sup", ha il
record mondiale di studenti con medaglie Fields. La sua particolarità
è riunire insegnamenti letterari e scientifici. Qui ha studiato il
biologo Louis Pasteur ma anche i filosofi Jean-Paul Sartre e Michel
Foucault. "Normale Sup" ha anche sfornato cinque premi
Nobel per la Fisica.
Un livello
di eccellenza mantenuto fino ad oggi. L'Ens che ha aperto altre due
sedi a Lione e Cachan, è uno dei pochi atenei francesi che trova
posto nella classifica internazionale di Shangai sulle migliori
università. Un sistema che si basa sull'alta selezione dei futuri
cervelloni già nei licei scientifici, poi nelle “classes
préparatoires”, almeno due anni di preparazione per accedere al
concorso d'ingresso all'Ens. “L'altro punto di fondamentale -
continua Chemin - è il finanziamento dei giovani ricercatori”. Il
“brain drain” è molto ridotto, meno del 3% degli studenti che si
sono specializzati in Francia sono costretti a valicare il confine
per trovare un posto di lavoro. Al contrario, molti matematici
transalpini arrivano dall'estero. Il vietnamita Ngo Bao Chau, che ha
vinto il premio Fields nel 2010, ha studiato in Francia. All'Institut
des Hautes Etudes Scientifiques, tre dei cinque insegnanti titolari
di cattedra sono di origine straniera. I campi di ricerca si sono
anche molto modernizzati, dalla nanomedicina alle previsioni meteo,
dagli algoritmi per l'alta finanza fino ai navigatori satellitari.
Non è un caso insomma che il presidente François Hollande si sia
vantato degli ultimi riconoscimenti internazionali ottenuti.
Una tradizione che risale
idealmente al secolo dei Lumières con personaggi appassionati di
matematica come Jean D'Alembert, Gaspard Monge, Joseph Fourrier. C'è
stato anche il gruppo Bourbaki che a partire dal 1935 ha
rivoluzionato il modo di scrivere la matematica e al quale hanno
partecipatori cinque ricercatori premiati con le medaglie Fields.
Quest'anno ricorre il centenario di Henri Poincaré, matematico ma
anche fisico, ingegnere, filosofo. “Incarna una rara sintesi tra i
vari rami della disciplina, è stato uno degli ultimi matematici
universali” racconta Cédric Villani, direttore dell'istituto
dedicato all'insigne scienziato morto nel 1912 e che diede un
contributo all'elaborazione della teoria della relatività. Guardato
con sospetto dai colleghi più seriosi, Villani è convinto che il
posto del matematico sia dentro alla società. “Dobbiamo svecchiare
la nostra immagine”.
Uno spirito
divulgativo che si ritrova anche nei libri di Jean-Paul Delahaye,
autore di volumi come “Stupefacenti numeri primi”, “Affascinati
Pi greco”. Stella Baruk è chiamata invece la “fata della
matematica”. La scienziata di origine iraniana ha inventato una
nuova tecnica di insegnamento del calcolo fondata sull'uso del
linguaggio. Baruk fa spesso l'esempio di un problema proposto in
classe. “Ci sono 3 file, ognuna con 7 tavoli. Quanti anni ha la
maestra?”. Molti bambini rispondono 28, senza neanche pensare al
senso della frase. Il “metodo Baruk”, che prevede anche la
valorizzaizone dell'errore come strumento conoscitivo, è stato
applicato in molte scuole di banlieue, con sorprendenti risultati. Lo
scrittore Daniel Pennac, anche lui insegnante, lo ha spesso
consigliato agli alunni in difficoltà.
Le polemiche
sulla didattica da usare risorgono continuamente. La Francia ha più
volte rivoluzionato il metodo di insegnamento della matematica. Nel
record delle medaglie Fields, delle “mathstar” e di tutta questa
curiosità per i misteri della matematica, si nasconde infatti un
paradosso. Il livello medio degli alunni francesi è in progressivo
calo e le ore insegnate sono diminuite negli ultimi quindici anni.
“Purtroppo la natura elitista del nostro sistema non ricade sulla
maggioranza” ha notato Le Monde in un editoriale. Qualche anno fa è
stata lanciata la petizione “Sauvons les maths!”, salviamo la
matematica, proprio perché nei nuovi programmi c'era stata
un'ulteriore decurtazione della materia. Un problema che non hanno
avuto le migliaia di appassionati che si ritrovano nei giorni scorsi
a Parigi per il campionati internazionali di giochi matematici. La
competizione, rivolta a studenti ma anche ad adulti, è stata
inventata proprio dai francesi venticinque anni fa.