PARIGI -
L'uomo è in bagno, ha lasciato la porta socchiusa. Ordina alla
ragazza di avvicinarsi. La fa inginocchiare. Il resto è una lunga
sequenza, a tratti insostenibili, di sottomissione sessuale. Sono le
prime pagine di “Une semaine de vacances”, il nuovo libro di
Christine Angot, scrittrice francese abituata a fare scandalo. Il
libro narra l'iniziazione di una giovane vergine nel chiuso di una
casa di vacanza. Non sono i dettagli osceni che si susseguono a
disturbare il lettore ma la relazione pedofila che si crea tra l'uomo
e la ragazza. Un padre e sua figlia.
L'incesto,
tabù universale su cui ogni società si costruisce, è raccontato
nei dettagli più morbosi, con un stile disumano e scarno. Prima
ancora di essere pubblicato, l'uscita è prevista per oggi, il libro
di Angot ha scatenato un acceso dibattito tanto da conquistarsi ieri
la prima pagina di Libération. Un romanzo-evento come succede spesso
in Francia, paese nel quale gli scrittori di narrativa possono aprire polemiche
trasversali, incrociando la cultura e la politica. Nell'intervista
pubblicata dal quotidiano francese, l'autrice difende la sua scelta.
“L'incesto non è un qualcosa di privato o intimo, è qualcosa di
sociale, di politico” spiega Angot. I casi di molestie sessuali
all'interno della famiglia diventano spesso un segreto inconfessabile
sul quale si preferisce stendere un velo di omertà.
Anche per la
scrittrice francese è stato così. Cresciuta con la madre e la
nonna, Angot ha conosciuto solo a quattordici anni suo padre, un
traduttore del parlamento europeo, descritto come un uomo poliglotta,
colto, amante della buona tavola. Le violenze sessuali che la giovane
Christine subisce allora vengono ignorate o passate sotto silenzio da
gran parte dei suoi parenti e amici. Nel racconto letterario, la
protagonista ha sedici anni ed è completamente asservita ai desideri
del suo padre-padrone che mentre abusa del suo corpo le ordina di
dire: “Ti amo, papà”. Le centoquaranta pagine del romanzo si
soffermano su particolari raccapriccianti, un'indagine anatomica di
ogni servizio sessuale richiesto, in un crescendo di perversione
senza limiti. Uno shock letterario che, secondo Angot, dovrebbe
provocare un presa di coscienza. “Ho capito - spiega - che la
dimensione sessuale dell'incesto non è chiara a tutti, molte persone
non realizzano cosa accade davvero”.
La
scrittrice aveva già rivelato gli abusi di cui era stata vittima
pubblicando nel 1999 “L'Incesto”, tradotto anche in Italia. Ma
allora le violenze erano solo accennate. Questa volta la scrittrice
riprende il racconto con minuzia scientifica, usando il tono
impersonale del narratore. E' uno dei suoi pochi libri in terza
persona. Una scelta, spiega, che permette anche di elaborare la
violenza pedofila e di presentarla al lettore senza il filtro delle
emozioni. L'utilizzo dell'Io ha contraddistinto tutta la sua opera
così come i riferimenti autobiografici. Angot è considerata
un'esponente di spicco dell'autofiction, genere molto frequentato
dagli scrittori francesi spesso accusati di essere “nombrilistes”,
concentrati solo sul proprio ombelico.
Con il suo
gusto per la provocazione, l'autrice cinquatrenne è amata e odiata
dalla stampa francese. E' un'ospite apprezzata dalle televisioni
perché capace di sostenere polemiche e accendere risse in diretta.
Spesso se la prende con i suoi editori, ha esordito con Gallimard per approdare oggi a Flammarion,
dopo aver abbandonato Le Seuil che pure l'aveva ingaggiata con un
lauto compenso. Amata e odiata, non lascia mai indifferente.
Coccolata da testate come Liberation e il settimanale Inrockuptibles,
è stata invece definita un “vampiro” dal Nouvel Observateur.
Nei suoi
romanzi, quasi venti dal debutto nel 1990, fa continue allusioni ad
amici e conoscenti. Non sempre finisce bene. L'ex moglie del cantante
Doc Gyneco, con cui Angot ha avuto una turbolenta passione, l'ha
denunciata per violazione della vita privata, riconoscendosi in ben
due dei suoi libri. Separata, madre di Léonore alla quale ha
dedicato molti dei suoi primi romanzi, ha collezionato amanti per poi
servirsene come materiale letterario. Angot si paragona per la
durezza della scrittura a Marguerite Duras. “Disturba perché è
una donna, questo è il suo più grave difetto” chiosa Libération.
La pervicace ricerca dell'oscenità è per lei il meccanismo con il
quale svelare le zone d'ombra della società, la dominazione sessuale
e famigliare sugli individui. Sull'incesto, che torna continuamente
nei suoi libri, Angot ha preso spunto da Anaïs
Nin ma anche dall'Edipo re di Sofocle. “Non sono certo la prima a
parlarne, eppure ogni volta c'è qualcuno che riesce a distogliere lo
sguardo, a coprirsi con una maschera”. Forse ora non sarà
possibile, almeno per i temerari che avranno voglia di aprire il suo
nuovo libro.
Buongiorno,
RispondiEliminaSono il presidente di un'associazione francese a Grenoble (www.ondaitalia.net) che si occupa della promozione, approfondimento e diffusione della cultura italiana e dell'attualità legata al nostro paese. La nostra associazione nata da un anno, dopo la chiusura dell'Istituto Italiano di Cultura a Grenoble, conta quasi 200 iscritti e tra questi moltissimi ricercatori, giovani universitari e professionisti italiani trasferiti in Francia.
Durante l'anno trascorso abbiamo organizzato dibattiti, conferenze, e semplici occasioni d'incontro sulla storia italiana, la cucina ed il cinema.
Mi permetto di scriverLe perchè ho avuto l'occasione di sfogliare il Suo ultimo libro che ho trovato molto interessante ed arguto.
A tal proposito in collaborazione con la Biblioteca Internazionale di Grenoble e la Libreria Arthaud qualora Lei fosse interessata vorremmo invitarLa a presentare "Falsi Amici" a Grenoble, città che dopo Parigi ha il maggior numero di cittadini d'origine italiana nell'Esagono.
Resto a sua disposizione,
info@ondaitalia.net
tel : 0602279153
Cordiali Saluti
Ivan Callari
Presidente di Onda Italia