Anais Ginori (Roma, 1975). Giornalista, lavora a La Repubblica dal 1999

lunedì 10 settembre 2012

L'amore azzurro di Edith Piaf

PARIGI - Nella policromia amorosa di Edith Piaf, c'è stato l'amour bleu. Amore azzurro come un cielo spazzato via da cattivi presagi, come il ghiaccio che brucia le mani. Per meno di un anno, qualche mese appena, il ciclista Louis Gérardin, biondo campione dell'epoca, è stato per la cantante francese “mon ange”, “mon adoré”, “m'amour”, addirittura “messia”, “padrone”, “settima meraviglia”. Nelle decine di lettere che Piaf ha mandato al suo amante segreto tra il 1951 e il 1952, e tradotte dal francese nel libro “L'amore azzurro”, si scopre una passione tanto più breve quanto divorante, travolgente. “Non posso più aspettare”. “Vado verso la catastrofe”. “Sono niente senza di te”.
In quel momento, la cenerentola di Belleville ha già cantato “La vie en rose” e “Hymne à l'amour”, è ormai da tempo una diva strapagata e richiesta in tutte le capitali occidentali. A soli trentasei anni, già consumata da alcool e morfina, questo scricciolo di donna custodisce sé una forza incredibile, una voce magnetica che “ha sconvolto il mondo” come recita la targa sulla sua casa parigina. Ha alle spalle una carriera sentimentale movimentata, è un'ottima preda per i giornali scandalistici che hanno seguito ogni sua conquista. Yves Montand, Paul Meurisse, Eddie Constantine, tra gli altri. Non è un mistero che si sia generosamente concessa, dilapidando non solo fortuna e salute. Cresciuta nei postriboli delle cugine in Normandia e nella carovana circense del padre, la piccola Edith Giovanna (sua madre, cabila, era nata in Italia) Gassion è stata svezzata presto. Appena diciottenne, viene costretta a prostituirsi per pagare la sepoltura della figlia morta precocemente di meningite.
Quando incontra il ciclista un po' dandy al Velodrome d'Hiver, Piaf è reduce da un altro dei tanti lutti che hanno costellato la sua vita. Dopo il suo pigmalione Louis Leplée, ucciso durante una rapina, è il pugile Marcel Cerdan, suo grande amore, a morire in un incidente aereo nel 1949. Con Gérardin, chiamato anche “Toto”, la cantante vuole credere in un nuovo inizio. Nella sua prima lettera, il 15 novembre 1951, giura subito “amore eterno”. “Sarai l'unico”. “Tutto comincia e finisce con te”. “Sono così felice di appartenerti per sempre”. A un certo punto, come prova decisiva, confessa di aver tolto dal suo appartamento la foto di Cerdan. La nuova coppia è costretta a incontri clandestini. Gérardin è sposato da quasi dieci anni. “Capisco il tuo tormento, mio chéri, ma non saresti né il primo né l'unico a lasciare la moglie”.
Tra uno spettacolo e l'altro, lontana per qualche giorno dal suo amante, Piaf mette su carta, semplici fogli di un quaderno, un flusso ininterrotto di parole, pensieri, sogni. Frasi lunghe e sconnesse, senza virgole, con frequenti errori di ortografia, molti punti esclamativi, parole sottolineate. “Je t'aime” ritorna continuamente, è addirittura scritto con la “m” ripetuta sedici volte come ancora oggi usano fare le adolescenti negli sms. La Môme, in amore, è davvero una ragazzina.
Uno slancio totale, assoluto. Durante ogni separazione, che sia in tournée a Marsiglia o negli Stati Uniti, pretende a distanza conferme, promesse, certezze. Piaf vive in una fusione di amorosi sensi. “Sei nelle mia pelle”, scrive proprio come il titolo di una canzone che interpreterà qualche anno dopo. Anche le allusioni alle furtive notti passate in qualche albergo a ore, “Les Amants d'un jour”, sono esplicite. “Ti bacerei dappertutto, ma proprio dappertutto”. Non ha alcun pudore nel raccontare le sue fantasie erotiche su Gérardin, soprannominato “amour bleu” per gli occhi azzurri. Piaf parla delle sue “belle cosce” e del suo “bel sedere”. “Nessun uomo mi ha presa come te”.
Un desiderio che non prevede compromessi. “Tu me fais tourner la tête”, Gérardin fa veramente girare la testa alla stella della canzone francese. Le missive si fanno via via più pressanti. Non basta il telefono. “Toto” riceve anche tre lettere al giorno. Se non risponde, la cantante manda telegrammi a casa dei genitori di lui. La moglie del ciclista, Bichette, lo ha fatto pedinare da un detective, ha scoperto tutto e denunciato gli amanti per ricettazione di beni. Messo alle strette, il campione sceglie di andare a vivere con Piaf in un appartamento a Boulogne, vicino a Parigi. Dura poco. La corrispondenza, oggi di proprietà del Musée des Lettres et des Manuscrits, è purtroppo pubblicata a senso unico. Non conosciamo le risposte del ciclista alle decine di epistole. Ma si percepisce un'insofferenza crescente del destinatario per le intemperanze della Môme, che replica: “Ti prometto che smetterò di bere”. “Sarai tu a tenere tutti i conti”.
Nella primavera 1952 Gérardin raggiunge la cantante a Lille, dove è in concerto, per annunciarle che tornerà da Bichette. Piaf non crede alla rottura. Continua a immaginare di comprare insieme a “Toto” una casa “con belle lenzuola bianche”, di fare un figlio insieme al suo amante. Paragona il ciclista al compianto padre, Louis Gassion, “l'unica mia vera famiglia”. “Se Dio lo vorrà, sarai tu a darmi tutto ciò che ho perso” scrive Piaf che ha un'indistruttibile di fede da quando, ancora bambina, è stata guarita da una grave cheratite dopo un pellegrinaggio. Nelle missive d'amore la cantante cita le sue preghiere e confessa di aver acceso un cero in una chiesa per propiziare la storia con Gérardin.
Tre mesi dopo l'ultima dichiarazione d'amore, il 18 settembre 1952, Piaf manda ai genitori di Gérardin un'ultima missiva dagli Stati Uniti. Comincia così: “Quanto riceverai questa lettera, sarò sposata”. Negli Stati Uniti, ha rivisto il cantante Jacques Pills colui che le scriverà la famosa canzone “Je t'ai dans la peau”. Il discreto matrimonio si celebra nella chiesa francese di New York. Piaf ritrova così un compagno con cui condividere la sua arte, com'era già accaduto in passato. La sua testimone di nozze è Marlene Dietrich. E' l'attrice a regalarle un sobrio vestito da sposa. “Ti avevo avvertito mille volte che mi avresti persa, ma non hai mai reagito - scrive la cantante a Gérardin -. E' successo quel che doveva accadere. A forza di stare accanto a una persona tenera, gentile e piena di attenzione ci ho preso gusto e devo ammettere che ora amo sinceramente Jacques!”. Qualche anno dopo, “Toto” rincasato smette anche di gareggiare. Diventerà uno dei migliori allenatori del ciclismo francese. La Môme nel frattempo ha già divorziato da Pills. Nel suo caleidoscopio sentimentale, tocca al ventiquattrenne "Milord" Georges Moustaki. Per la cantante che si vantava di usare abiti di scena solo neri “come un'uniforme” è l'inizio di un'altra passione, un altro colore da indossare.

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